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Pinocchio, una fiaba contemporanea

Sugli schermi natalizi vi è il film “Pinocchio” di Matteo Garrone, tratto da un grande classico della letteratura per l’infanzia e rivolto a spettatori di tutte le età.

I grandi temi dei doveri, dell’impegno, del libero arbitrio, del valore dell’onestà e della legalità compaiono nel film come nell’opera di Collodi, opera pedagogica che si presta in modo eccezionale per percorsi di educazione alla cittadinanza per le scuole di ogni ordine.

La metafora della crescita, di cui Pinocchio è espressione, presenta argomenti seri e impegnativi, come i diritti e i doveri del cittadino che voglia vivere pienamente la democrazia e come acquisizione e interiorizzazione di valori condivisi. Il passaggio dall’infanzia, età dei doveri imposti e dei diritti immotivati, all’adolescenza, età dei diritti motivati e dei doveri liberamente accettati, viene descritta dalle avventure di Pinocchio.

Le disavventure del burattino sono spesso al limite della legalità, infatti, appena costruito, non conosce nessuna regola quindi non sa distinguere cosa è giusto o non è giusto. (tutti i bambini attraversano questo momento che significa crescere).

Le scelte di Pinocchio sono dettate da una forte aspirazione alle libertà dalla scuola, dalla famiglia, dalle consuetudini sociali, ma in una società organizzata non è possibile fare tutto ciò che si vuole e Pinocchio scoprirà dalle sue disavventure che la libertà a cui aspirare è una libertà mentale e di pensiero, non una libertà incondizionata (tornerà a scuola, diventerà un alunno studioso, assisterà Geppetto da anziano…)

Gli obiettivi educativi che possono essere perseguiti a scuola riguardano:

  • Riconoscere nel percorso di trasformazione di Pinocchio il processo di maturazione del bambino.
  • Far prendere coscienza dei propri comportamenti, analizzandoli e correggendoli quando non rispondono alle regole del vivere civile.
  • Prendere coscienza dell’importanza del rispetto dei diritti e dei doveri

Tutto ciò viene ripreso dal film di Garrone ed è aderente al testo di Collodi.

Tali mete educative devono essere previste fin dalla scuola dell’infanzia per maturare competenze sociali e per rispettare le regole del vivere civile. Questi percorsi educativi devono in continuità proseguire negli ordini scolastici successivi con diverse modalità.

Il messaggio che Collodi ha voluto inviare ai giovani è che occorre smettere di essere “burattini” e decidere di pensare con la propria testa, assumersi le proprie responsabilità per effettuare il passaggio da burattino senza personalità a uomo, dando ascolto alla propria coscienza.

I giovani devono costruire le basi certe su cui impostare la propria vita futura, ma diventare uomini richiede sacrificio, non solo pensare a se stessi, bensì anche al prossimo, applicando impegno quotidiano nel compiere il proprio dovere, responsabilità e cura verso ciò che li circonda nell’ottica di uno sviluppo.

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