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Una Parola Saggia di corresponsabilità per una difesa diversa

Ci vuole più sobrietà, verità e realtà nel valzer delle opinioni ideologiche sulla Pandemia!

Mettiamo un po’ di ordine e di metodo nel dibattito pubblico sulla virulenza della ripresa del contagio e sulle attuali   difficoltà di governo della comunicazione ai fini di una mobilitazione unitaria e più condivisa del Paese per far fronte, come Comunità Nazionale, ai problemi più urgenti di orientamento e di mobilitazione della coscienza umana e democratica.

Innanzitutto, ha detto bene il nostro Presidente della Repubblica, in questo momento non possiamo permetterci il lusso di giocare divisi mentre il nemico, che è il coronavirus, colpisce di più e con maggiore mortalità se restiamo deboli e divisi.

Nella prima fase il Paese ha trovato in sé la forza per cercare una capacità di pensiero reattivo e di azione tecnica operativa. Il Paese ha impegnato le proprie forze intellettuali e morali, le migliori competenze e le conoscenze del male e della strategia di convergenza tra il ruolo fondamentale del Parlamento e la Capacità del Governo di gestire in modo saggio e rigoroso gli obiettivi realistici più efficaci e utili nella prima fase dell’azione. La Coscienza della solidarietà nazionale è prevalsa e ha espresso il meglio del nostro essere – come ci viene riconosciuto –  il Paese degli <Italiani brava Gente>. Ci siamo comportati come Comunità Nazionale, con uno Spirito di Reazione e di sobrietà collaborativa nell’approntare le prime finalità operative sul piano della convergenza tra le idee e le azioni.

Prima  che  iniziasse  questa  cosiddetta  seconda  fase  si  è però  accentuata  la rissosità  e  la disarticolazione delle idee  e  delle azioni  e  siamo  arrivati in  basso,  al  teatrino elettoralistico  della maggioranza  che si chiude  e  dell’opposizione  che recita   una sceneggiata  lasciando  intuire  una competenza (e una diversità  di  pensiero  e di  azione)  che non è  riuscita  ad esprimere, neanche a livello  di  una  essenziale  “Tribuna Culturale” nella quale le posizioni di maggioranza e/o di minoranza vengano espresse chiaramente e, alla successiva Tavola Rotonda, si vedano le due parti costrette (per non cadere in contraddizione!) a confermare o a smentire la posizione precedente.

Se si continuerà a parlare per il teatrino della piccola politica di quartiere, continuerà a dominare la scena lo Spirito del Monopoli e del Gioco dell’Oca della divisione e del rito di conquista con le boutade e le parole vuote di senso “sparate lì”.

Ora siamo divisi   e non c’è più tempo per continuare con le scorribande e le interviste a tema perché non si conclude nulla di buono. Dobbiamo subito ritornare alla Parola di saggezza del nostro Presidente della Repubblica, prof. Sergio Mattarella.

In verità c’è sempre un tempo per tutto: un tempo per nascere e un tempo per morire! Ma l’Italia nostra  ha diritto a  vivere e a vivere bene  e a ricostruire la nostra  vita  futura a livello di un buon Welfare Universalista  fondato sulla  Salute  e la  vita  dei nostri concittadini  nei  territori  della  Lombardia  come della  Sicilia, del Piemonte come  della  Toscana, con la presenza democratica  e il coinvolgimento di  tutti  i cittadini, dei giovani soprattutto  che, disorientati  dal coro delle  banalità  dei No-Mask, continuano  a  protestare  gridando: <libertà, libertà,!>. Peccato che non conoscano quella splendida canzone di Giorgio Gaber nella quale si dice che :<la libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero. Libertà è “PARTECIPAZIONE”!.

Ora rischiamo  di  cantare  una Parola <Libertà, libertà>, ma con  un  valore  ridotto  al  diritto  privato  e all’interesse  particolare  di  uno sciame di  consumatori  di aperitivi  che hanno dimenticato  che la Pandemia  si sta bevendo  gli  affetti e la vita  dei bambini, degli anziani, dei giovani, dei padri e delle mamme, insieme al personale medico e sanitario, tecnico e ausiliario, ai sacerdoti  e dirigenti  che nel Servizio Sanitario nazionale  ci stanno difendendo a rischio della  vita  e dando  prova  di una eroica abnegazione. Non possiamo dimenticarli.

I giovani sono scesi nelle Piazze d’Italia, come a Torino e a Bologna, e hanno chiesto a voce alta e con vero coraggio democratico una nuova Italia dell’impegno, della solidarietà e della Corresponsabilità Nazionale.  I nostri Giovani ambiscono a partecipare   e a ricostruire il Paese progettando un futuro migliore per TUTTI.  ESSI sono per noi e per l’ITALIA DEMOCRATICA <la Meglio Gioventù >.

Prof. Nicastro Luciano – filosofo e sociologo

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