Meglio lucidi, diversi e fraterni..
“Siamo fuori di testa, ma diversi da loro…” rimbalza nell’etere radio private e pubbliche. Sentirsi fuori di testa da voce allo stato d’animo di molti. Questo tempo di virus, di isolamento, di paura per il futuro ci manda fuori di testa e la paura ha bisogno di trovare parole condivise. L’anno scorso avevamo bisogno di dirci che tutto sarebbe andato bene…
Il successo del ritornello si spiega anche perché evoca un grande bisogno umano: la responsabilità di custodire la nostra diversità, la nostra unicità.
Se Dio c’è, e io penso che ci sia, alla fine della vita ci chiederà se abbiamo onorato con la nostra firma la nostra vita o se siamo annegati in un oceano di conformismo e di chiacchiere inutili “che fanno mancare l’aria”…
Stiamo vivendo e onorando la nostra originale irripetibilità? È una grande domanda dell’esistenza!
La vita però è molto di più dall’essere diversi da loro. Ci fa pagare e fa pagare un prezzo doloroso ” essere solo sè stessi e, all’opposto, non essere abbastanza sè stessi.”
Abbiamo bisogno di essere noi stessi, ma di non essere solo per noi stessi. Ci ricorda Papa Francesco che “Chi sono io” è una domanda importante, ma “Per chi sono io” lo è altrettanto. Essere sè stessi, ma fuori di testa, magari sballati, magari pensandosi onnipotenti e autosufficienti è una bugia sulla vita.
Il vero “salto” , la rivoluzione ” per spaccare” è imparare ad essere diversi, ma uguali. Orgogliosi della propria originalità senza pensarsi migliori o peggiori. Diversi e lucidi. Diversi e pienamente consapevoli. Fino in fondo capaci di essere sè stessi, di saper dire ” io”, ma altrettanto capaci di pronunciare il pronome “tu”. “Io sono l’altro” è la bella canzone di Fabi.
Una identità contro, che ha bisogno di contrapporsi è una identità ancora debole.
Una identità dove abbiamo il senso della nostra forza, senza disprezzare “loro” è la rivoluzione.
Lucidamente sè stessi e lucidamente fraterni è la canzone ancora da scrivere.
Tonino Solarino
