SAPORE ANTICO E SGUARDO NUOVO?
In data 7 settembre 2024 è stato pubblicato il decreto n. 183 relativo all’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole di ogni ordine e grado con allegate LINEE GUIDA che costituiscono parte integrante del decreto stesso con decorrenza da questo anno scolastico.
Si legge nel decreto n. 183 che:• “Le Linee guida individuano a livello nazionale traguardi di sviluppo delle
competenze e obiettivi di apprendimento per il primo e per il secondo ciclo di istruzione, fornendo, altresì, azioni di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile per la scuola dell’infanzia”. La legge 92/2019 non definiva tali traguardi e obiettivi rimandando tali indicazioni alla futura normativa, infatti gli insegnanti hanno in questi anni definito traguardi e obiettivi per le sezioni/classi tenendo conto dei Profili in uscita del bambino e dell’alunno previsti dalle Indicazioni per il curricolo del 2012 e integrandoli con le tematiche indicate dalla legge 92 e dalle allegate Linee Guida (decreto 35/2020) .
• “Le istituzioni scolastiche devono quest’anno aggiornare il piano triennale dell'offerta formativa e il curricolo di educazione civica sulla base delle nuove Linee guida.
• Le Linee guida sostituiscono integralmente quelle precedenti adottate con decreto ministeriale 22 giugno 2020, n. 35.
• Sono previste specifiche misure di accompagnamento e supporto delle istituzioni scolastiche da parte del MIM”.
Non vi sono novità eclatanti nei documenti, possiamo dire che c’è una forma di continuità e riproposizione di concetti già indicati nella legge 92 e allegate Linee Guida, ma vi sono ovviamente delle integrazioni particolarmente nella definizione dei tre ambiti tematici.
L’organizzazione prevede: la contitolarità dell’insegnamento e il coordinamento delle attività, 33 ore di insegnamento (non bastevoli, secondo me, per la realizzazione delle unità formative), la trasversalità dell’insegnamento, le indicazioni metodologiche, la valutazione, 3 ambiti tematici: Costituzione, Sostenibilità (viene aggiunto Sviluppo Economico), Cittadinanza digitale.
CONSIDERAZIONI
Tenuto conto dei principi a fondamento dell’ed. civica previsti dalle attuali Linee Guida, voglio fare le seguenti considerazioni:
1. Non si trova un esplicito riferimento ad un’educazione civica in sintonia con le prospettive europee sulle competenze chiave di cittadinanza, competenze sociali e civiche condivise per la formazione dell’alunno ad una cittadinanza attiva.
2. Sarebbe stato opportuno leggere nel testo una maggiore puntualizzazione e approfondimento del concetto di rispetto di genere e di avviare percorsi fin dalla scuola dell’infanzia, secondo il paradigma dell’uguaglianza e della differenza fra uomo e donna per un cambiamento culturale basato sul superamento di stereotipi, sul rispetto e sul riconoscimento delle differenze. Il testo poteva contenere un riferimento esplicito a percorsi scolastici di educazione affettivo-emotiva fin dalla scuola dell’infanzia e di una educazione al rispetto contro ogni forma di violenza.
Nel documento, nonostante il problema delle violenze sulle donne e i femminicidi, si fa genericamente riferimento all’educazione al rispetto della persona, così come anche nella legge 92/2019.
3. Le Linee Guida inseriscono concetti come la formazione di una coscienza di una identità italiana, l’appartenenza all’Italia e l’approfondimento del concetto di Patria, tematiche che si ritrovano anche nella declinazione dei traguardi e competenze per il primo e secondo ciclo. Il Ministro Valditara ha recentemente affermato che bisogna “Fare dell’’identità italiana” la chiave di volta di tutto il curricolo sia del Ciclo Primario sia di quello Secondario.
Un percorso di educazione civica deve tener conto senz’altro della costruzione dell’identità dell’alunno, ma non rapportata ad una specifica realtà nazionale, in un’ottica non ristretta, ma globale.
Già nelle Indicazioni per il curricolo 2012 si affermava il carattere globale dell’educazione per attingere ad orizzonti che individuano l’identità umana e la sua appartenenza al pianeta terra. Le Indicazioni per il curricolo sono infatti strumenti di elaborazione dei saperi necessari per l’uomo planetario per una cittadinanza nazionale, europea, planetaria, fondamentali per la scuola del XXI secolo.
L’idea di appartenere ad identità entro confini e frontiere si spera che riguardi un passato destinato a non ritornare. Oggi, in un mondo di globalizzazioni multiple e di identità plurali, anche parlare di Patria non risponde alle esigenze dei nostri giovani protesi ad una cittadinanza globale non legata a frontiere di stati nazionali.
La cittadinanza globale non si oppone alla cittadinanza nazionale, ma invita a pensare ad un’identità plurale che rende cittadini della propria comunità, della propria nazione, del proprio continente, del mondo intero.
4. Nelle Linee guida il rafforzamento della coscienza dell’identità italiana è riferito anche all’integrazione degli alunni figli di immigrati, visto il notevole numero di bambini/ragazzi che frequentano le nostre scuole, ma l’inclusione dovrebbe prevedere percorsi che rispettino la loro identità e permettano loro di sentirsi parte integrante della scuola.
5. Altro problema essenziale collegato è il disagio giovanile e le conseguenze sulla frequenza scolastica e sull’organizzazione della scuola. L’emergenza educativa, ormai diventata prassi quotidiana del fenomeno della Dispersione Scolastica, comporta un disagio diffuso sia per le giovani generazioni, perché impedisce un equilibrato sviluppo della persona umana, la consapevolezza della propria identità e il rispetto dell’altro, sia per le scuole, le quali devono organizzarsi nei percorsi metodologici-didattici e a livello strutturale per rispondere agli effettivi bisogni individuali nel rispetto dell’altro. Fenomeni di bullismo, cyber bullismo, violenza verbale e fisica devono trovare percorsi educativi che coinvolgano non solo le scuole, ma il sociale, tenendo conto anche dei Patti di Comunità previsti dal Piano Scuola 2020-2021 che prevedono un’alleanza educativa tra scuole e società.
É stato appena approvato il ddl sulla valutazione degli studenti dove si prevede per la scuola superiore che anche con il 6 in condotta venga generato un debito scolastico in educazione civica. Il consiglio di classe dovrà assegnare allo studente un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale da discutere a settembre davanti ai professori. Ritengo che l’educazione civica non debba essere intesa anche in senso sanzionatorio e che gli studenti non debbano produrre elaborati come risposta a comportamenti sbagliati avuti in classe, ma l’educazione civica, a mio avviso, deve far acquisire competenze sociali e civiche condivise, far scoprire l’importanza dei diritti e dei doveri e dei comportamenti di rispetto verso l’altro mediante esperienze e compiti di realtà.
6. Nei documenti si rileva una grande sottolineatura dell’aspetto privatistico delle scelte personali: iniziativa autonoma dei cittadini sia come singoli che in forma associata, importanza della proprietà privata, promozione della cultura d’impresa, valorizzazione del lavoro, imprenditorialità, iniziativa economica privata, promozione dell’educazione finanziaria e assicurativa e all’educazione al risparmio per tutelare il patrimonio privato.
É senz’altro importante avviare i giovani verso queste scelte, ma si rileva nelle parole del testo un approccio individualistico e mancanza di una cultura solidaristica della comunità, concetto che purtroppo emerge anche a livello scolastico.
7. Centralità dell’alunno, concetto già ribadito da tutti i documenti ministeriali (vedi Indicazioni per il curricolo 2012 e Indicazioni e nuovi Scenari 2018, Linee pedagogiche per lo 0-6 e Orientamenti Nazionali 0-3 ….) senz’altro fondamentale per la costruzione dell’identità personale, ma la puntualizzazione della centralità deve avvenire in un contesto sociale dove i significati sono negoziati e condivisi fra pari e con gli adulti, dove si costruiscono e si scoprono insieme gli apprendimenti in un’ottica di cooperative learning e di peer education.
8. Nel capitolo relativo allo sviluppo economico e sostenibilità ad integrazione delle precedenti Linee Guida allegate al decreto n.35, vi è giustamente la protezione ambientale con la difesa delle specie animali e tutela della biodiversità, oltre alla valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e monumentale del nostro territorio.
Tale tematica, già prevista dalla Costituzione all’art 9 integrato dalla legge costituzionale n. 1 del 2022 in materia di tutela dell’ambiente, poteva fare più esplicito riferimento agli obiettivi dell’ Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e alla Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile 2017-2030 per prevedere adeguati percorsi da parte delle scuole.
CONCLUSIONI
Educazione civica vuol dire prevedere una crescita di consapevolezza da parte di tutti gli studenti di essere membri di una “casa comune”, che impone una responsabilità nei confronti del “bene di tutti” nel rispetto dell’ambiente e dei diritti e dei doveri per acquisire il concetto di una cittadinanza attiva connesso ad una nuova etica ambientale.