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Come va la settimana corta nelle scuole?

Quest’anno in quasi tutte la scuole del 1° ciclo è stata introdotta la settimana corta; da lunedì a venerdì a parità di monte ore. Ciò ha comportato un aumento della giornata scolastica per recuperare le ore del sabato. È stato un bene o la situazione nuova crea disagi? Ci sono i pro e i contro. Vediamo perché…

Qualche dettaglio in più

Teniamo presente, in primis, che nell’istituto Vann’Antò, il quale comprende anche i plessi Ecce Homo, di Ibla e di S. Giacomo, non è cambiato nulla. Nella altre scuole (elementare e media) il monte-ore settimanale, 28 in media per la primaria, 30 per la media, viene distribuito in cinque giorni: in media 5h di lezioni al giorno nella primaria, 6h nella media. Ciò comporta che si entra un po’ prima e si esce un po’ dopo, ma con opzioni differenziate tra le varie Istituzioni scolastiche.

La cosa interessante però è la riduzione dell’unità “oraria”, cioè che la singola lezione anziché di 60 è stata ridotta a 55 oppure a 50 minuti. Frazionando il monte ore settimanale per tale nuova minore durata della singola lezione si ricava un maggior numero di lezioni e questo aumento consente di soddisfare l’arricchimento dell’offerta formativa proponendo agli alunni esperienze e insegnamenti per quella parte di competenza della singola Istituzione scolastica.

Come si affronta questo cambiamento

Infatti è dal 1999 che, col potenziamento dell’autonomia scolastica, le scuole hanno il compito di adattare le indicazioni programmatiche nazionali alle esigenze dell’ambiente in cui operano, con la finalità di migliorare l’offerta formativa, o meglio di migliorare l’efficacia dell’offerta formativa. sorge un dubbio però. Non è che ampliando l’orario giornaliero di lezione gli alunni si affaticano di più perdendo concentrazione col risultato che si trasforma in spreco l’intenzione di migliorare la proposta didattica?

Le scuole hanno cercato di neutralizzare questo rischio facendo notare che 1° la giornata scolastica è così più variata; 2°in alcuni casi si sono introdotti due intervalli (ricreazioni) per limitare lo stress dello stare troppo lungo seduti e 3°bisogna inoltre considerare che al sabato si recupera la possibilità di svolgere attività aggiuntive consentite dalle risorse erogate dall’Unione Europea.

I genitori hanno approvato queste novità, in linea di massima, così come i docenti. Ciò non toglie che col passare del tempo stia emergendo qualche ripensamento, sia per l’appesantimento della giornata scolastica sia perché spesso alla settimana corta si associa un maggior peso di compiti per casa nel fine settimana; qualche insegnante, poi, fa notare che la riduzione della lezione a 50 minuti provoca talvolta difficoltà a svolgere distesamente (e con gli irrinunciabili feed back) la lezione.

Ma è questo il problema?

Insomma, questa nuova organizzazione della settimana scolastica si rivela un po’ in chiaroscuro, anche se non mancano le possibilità di porre rimedio alle difficoltà evidenziate con tutti i ritocchi che l’esperienza suggerirà. La novità introdotta merita tuttavia ben altro approfondimento e rinvia a domande più radicali, quali: ponendoci dal punto di vista del bambino bisogna chiedersi: qual è il tempo scuola ottimale per l’apprendimento e l’assimilazione degli insegnamenti proposti? Voglio dire che dobbiamo tornare a chiederci, senza dare per scontata la risposta: come si apprende? Per quali modi e in quali condizioni l’umana specie si appropria delle competenze e delle conoscenze necessarie per perpetuare la cultura, materiale e immateriale, che costituisce il più sicuro capitale da trasmettere alle nuove generazioni?

Si tratta di domande non banali, ci sollecitano a tornare ai “fondamentali” delle competenze professionali richieste a dirigenti e docenti, ma le cui risposte potrebbero essere così sconvolgenti da revocare in dubbio tante certezze e perfino la funzionalità di tante strutture fisiche in cui si svolge la fatica quotidiana della scuola. Chissà se potrò riprendere queste tematiche; tutto dipende dall’interesse che manifesteranno i nostri quattro lettori…

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