Close

LE RIFORME CONTRO …


Sabato 27 aprile 2024 si è tenuto il settimo incontro della Scuola dei Beni Comuni.
Presentando i relatori Bruno Giordano, presidente onorario dell’Associazione Scuola dei Beni Comuni, dopo un doveroso ricordo per il maestro Giuseppe Leone figlio illustre della nostra città recentemente scomparso, ha spiegato il titolo dell’appuntamento “Riforme Contro” evidenziando che le riforme di cui si parla non sono “Riforme Per” ne’ “Riforme Con” in quanto la maggioranza ha scelto di operare le riforme in solitudine e non in modo bipartisan come sarebbe opportuno per riforme che incidono in modo profondo sull’ordinamento che regola la vita sociale e civile di tutti i cittadini.
Alessia Fusco, docente di Diritto Costituzionale a Torino ha con estrema lucidità snocciolato il lungo percorso dell’autonomia differenziata dalla modifica del Titolo quinto della Costituzione avvenuta nel 2001 al primo tentativo di convenzione durante il governo Gentiloni fino all’attuale iter parlamentare della legge Calderoli, alla individuazione dei LEP, e alle problematiche che potrebbero costituire una criticità rispetto ai principi degli articoli 2 e 3 della Costituzione, ma anche all’art. 5 sull’unità della Repubblica.
Ha poi continuato citando le relazioni di accompagnamento della proposta di riforma dell’elezione diretta del Presidente del Consiglio, valutando le problematiche democratiche cui si è pensato di rispondere con questa riforma e ipotizzando le conseguenze in termini di assetto costituzionale del rafforzamento della legittimazione democratica che si vuole ottenere in capo al capo dell’esecutivo.
Armando Spataro affrontando il problema della separazione delle carriere tra magistratura inquirente e magistratura giudicante, ha premesso che proprio lui in tutta la sua carriera non ha mai transitato al giudicante svolgendo tutta la sua carriera da PM fino alla direzione della Procura di Torino, e ha presentato la normativa attuale che è già fortemente limitativa del transito tra i ruoli e i dati del fenomeno che sono veramente pochissimi. E’ passato poi alla confutazione di tutti gli argomenti che pongono a sostegno della necessità di ricorrere alla separazione delle carriere, dalla presunta maggiore specializzazione, dall’ obbligo derivante dall’art. 111 della Costituzione, dall’argomento della prevalenza negli altri modelli occidentali e contrapponendo non solo i suoi argomenti, ma citando illustri giuristi (Guido Galli), soprattutto avvocati (Coppi, Satta), che ritengono una vera jattura l’ipotesi della separazione delle carriere perché verrebbe a pregiudicare quella caratteristica assolutamente preziosa del P.M. che avendo la stessa formazione culturale e professionale del giudice non è semplice parte contrapposta del giudizio, ma ha come fine la ricerca della verità anche quando questa è favorevole all’imputato contrariamente all’avvocato che ha come ruolo esclusivo quello della difesa del cliente. Il dottore Spataro ha infatti iniziato il suo intervento affermando di aver sempre fatto il P.M. ragionando però come se fosse stato il giudice ed ha pure citato un caso giudiziario in cui anche dopo la requisitoria, in extremis, a seguito di indagini suppletive ha ritirato la richiesta di condanna di un imputato.
La dottoressa Anna Marica Del Chiaro ha parlato del rapporto tra il potere personale e i poteri collettivi; il rapporto tra i vari poteri che vengono esercitati nella società che sono di più rispetto ai 3 poteri classici cui si aggiungono oltra al quarto potere della stampa i poteri della televisione, dei social con la loro possibilità di controllo, delle agenzie educative, poteri che hanno coltivato il populismo in cui con l’illusione di dare maggior potere al popolo in realtà proponendo un modello in cui cedendo maggiore potere a chi governa in nome “dell’efficienza” in realtà ci si confina in un ruolo passivo. Si dovrebbe passare da una logica, che è quella attuale, di “Potere su …” che è una logica di autorità e va contenuta a quella di “Potere di…” che è invece una dimensione di libertà che va incentivata perché pone in una dimensione positiva di autoconsapevolezza stimolante libera energie.
Le relazioni sono state seguite da un vivace dibattito ricco di domande e di riflessioni da parte del folto pubblico che ha ulteriormente permesso ai relatori di chiarire e integrare i loro appassionati interventi andando ben oltre l’orario stabilito per la fine dell’incontro.

Bancario, Giornalista Pubblicista.

scroll to top