Assistere alle esternazioni di Salvini sulle performance economiche italiane degli anni ottanta ha un chè di surreale, all’inizio pensavo alla gaffe di un politico troppo esposto mediaticamente che trascinato in un campo a lui non congeniale si fosse lanciato in improvvide dichiarazioni, ma quando ho sentito le stesse cose ripetute in più trasmissioni televisive ho capito che ciò che le mie orecchie udivano era puro distillato di Salvini-pensiero.
Salvini auspica un ritorno dell’Italia agli anni ’80 periodo in cui a suo dire eravamo leader economici in Europa e stavamo addirittura davanti la Germania negli indicatori economici …
Possibile che un politico che si candida a guidare il Paese rimpianga proprio il decennio che ha rappresentato la nostra Waterloo economica?
Si perché gli anni ’80, quelli del C.A.F. (Craxi, Andreotti, Forlani), quelli della “Milano da bere” sono stati il punto di svolta della nostra economia: alla disperata ricerca di consenso i governi di quel periodo hanno “dopato” l’economia con un’enorme immissione di denaro pubblico spandendo benessere … peccato che l’immissione di denaro sia avvenuta tutta “A DEBITO” creando una voragine nei conti pubblici.
In quei 10 anni il rapporto debito/PIL è passato dal 60% (pienamente in linea con resto dei Paesi europei più virtuosi) al 120% impantanandoci in una spirale perversa dalla quale non siamo ancora riusciti a venire fuori (vedi grafico 1)!
Ci siamo indebitati invece che per investire sul futuro, per godere di un benessere temporaneo, certo che demagogicamente viene facile fare rimpiangere quel decennio, ma razionalmente è stata una vera jattura; che direste di una famiglia che contrae un mutuo enorme di cui riesce a malapena a pagare gli interessi e utilizza il ricavato per fare delle affascinanti gite?
Ma gli effetti collaterali dell’economia dopata sono stati anche altri e anch’essi deleteri, la “deformazione” dell’economia di mercato ha avuto come effetto collaterale l’abbattimento dell’indice di produttività nazionale che fino a quel punto era in linea con la Germania e che da allora si è discostato significativamente senza più riallinearsi (vedi grafico 2).
E non è logico anche mettere in relazione l’inondazione esagerata di denaro pubblico nell’economia con l’ingigantirsi della piaga della corruzione che nel nostro Paese da quegli anni infetta in modo insopportabile la nostra società?
In questo dibattito, voglio chiarirlo, non sono in gioco le concezioni ideologiche di destra e sinistra, ma semplicemente il buonsenso e la razionalità e la demagogia e la banalizzazione; è facile fare rimpiangere il bengodi evitando di esplicitare quali costi comporta, così come e facile dire che era bello andare in pensione tutti a 55 anni con pensioni sostanziose senza dire però chi deve pagarle!
Mi chiedo ma che pericolo abbiamo corso quando questo leader ha chiesto di governare con “pieni poteri” se era questa la sua idea di economia?
Ai nostri figli abbiamo già lasciato sulle spalle un fardello economico insopportabile, ma c’è ancora chi pensa che non sia abbastanza, anzi, rimpiange i tempi in cui gli abbiamo “regalato” il raddoppio del debito pubblico, ma fino a quando questi ragazzi sopporteranno tante angherie?