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Piano di Rilancio e Resilienza… ultima chiamata

La crisi pandemica COVID ci ha colpiti, quale Paese che occupa gl ultimi posti per sviluppo e crescita fra le principali economie OCSE; la Svimez (rapporto 2019) certifica che l’Italia in 20 anni è cresciuta del 3,8% (0,2% anno) contro un 28% dell’Unione Europea.

L’opportunità che ci si offre è che il Piano di Rilancio e il Programma Next Generation EU possa fare da “lievito” per un riscatto e un nuovo rinascimento; ciò deve avvenire in un periodo brevissimo 2021-2026   fra approvazione e realizzazione.

Il Mezzogiorno (ed il nostro territorio) deve rivendicare “la centralità di obiettivo del piano”, come sostiene il manifesto sottoscritto da economisti, imprenditori, ricercatori, ex ministri (coordinati dal prof. Gianfranco Viesti) e che: “Bisogna Ricostruire l’Italia, con il Sud…”

“Gli investimenti nel mezzogiorno hanno un moltiplicatore più elevato e determinano impatti sull’attività produttiva dell’intero sistema nazionale”.

Il manifesto, come decine di autorevoli ed appassionati appelli, pone in evidenza la contraddizione che      “il piano (PNRR) non dà garanzie che le sue risorse saranno investite con questo indirizzo…ed ancor meno che ci saranno effetti sulla riduzione delle disparità”!

Non vedo, sento e percepisco classi dirigenti (governanti) che si appassionino a questo tema e ciò è molto preoccupante e dovremmo interrogarci…perché e/o forse fare qualcosa di più che recriminare?!

Ma bisogna esser pronti; entro il 30/04/2021 si deve presentare il Piano all’UE con tutti gli interventi.

Noi in Sicilia, nel Sud-Est, a Ragusa abbiamo declinato le esigenze e gli obiettivi dei beni pubblici da realizzare come richiesto dall’ Unione Europea…e il Governo ne ha contezza?

E non deve essere la solita lamentazione o la” shopping list” che rimuginiamo da tempo; non titoli ma individuazione puntuale di infrastrutture materiali, immateriali e tecnologiche per la competitività dell’area e secondo i principi voluti dal Piano!

Una localizzazione degli interventi con i progetti preliminari, i piani economico-finanziari, le fonti di finanziamento, i cronoprogrammi, gli obiettivi ed i risultati attesi per cittadini ed imprese.

Dal Governo nazionale, al Governo regionale, ai comuni passando dai parlamentari, da tutti gli enti locali, le CCIAA, le associazioni datoriali, dei cittadini, i sindacati…hanno nel loro cassetto questi “elaborati” quale prezioso patrimonio da presentare fra meno di due mesi?

Questo è ciò che ci si aspetta per ripartire; obiettivi quali/quantitativi per una dotazione di qualità dei servizi non più rinviabili declinati nel nostro territorio, per attivare le risorse del PNRR ed incentivo per ulteriori investimenti pubblici e privati (questi ultimi non mancheranno se adeguatamente stimolati).

I fondi oggi ci sono, dovranno essere investiti con il principio della “addizionalità” su quelli già disponibili e destinati all’area del Paese che ne ha diritto, il mezzogiorno, secondo quanto stabilito dall’ Unione e per iniziare a colmare i divari e le diseguaglianze oramai divenuti insormontabili…affinchè possano produrre vera “ QUALITA’ di CITTADINANZA” I principali nodi da risolvere:

  • Insoddisfacente crescita dovuta ad una serie di fattori strutturali
  • La disparità di reddito, di genere, generazionale e territoriale
  • La debole capacità amministrativa del settore pubblico

Dunque, usciamo questi progetti dal cassetto…e se non ci fossero sarebbe grave perché il tempo è finito!

Roberto Sica

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