Invece, lo so che non si inizia con “invece”, ma è l’ideale continuazione del precedente articolo “doublets” che si oppone ed integra il concetto di loop; invece il loop, sempre nella stessa mente musicomane patologica già altre volte citata, ha il significato dell’incompletezza derivante dalla fine del brano che vorresti non finisse lì, proprio in quel momento, vorresti ascoltarlo all’infinito, e allora cosa fai per sopravvivere al disagio? ma lo metti un’altra volta, e poi Io rimetti ancora, ed ancora, appunto in loop. Tanto per dire, ricordo una volta di aver ascoltato In a big country per 11 volte di seguito. Se non è patologico questo, cosa lo è. Comunque voglio contagiare col MUVID-21 (musicavirus disease 21) l’incauto lettore con i miei loop affezionati. Durante il festival di Sanremo. La musica è morta, viva la musica.
- Big Country – In a big country
- The Clash – Rock the casbah
- Air – Alone in Kioto
- CSI – Forma e sostanza
- Frankie Hi NRG
- Depeche Mode – People are people
- Caparezza – Follie preferenziali
- A perfect circle – Judith
- Audioslave – Revelations
- Red Hot Chili Peppers – Dani California
- The Smiths – There is a light that never goes out
- The Cure – Let’s go to bed
- Radiohead – Give up the Ghost
- Hans Zimmer – Time (Inception)
- Jethro Tull – Acres wild
- Yes – Owner of a lonely heart
- Gentle Giant – I lost my head
- Thom Yorke – Black swan
- Incubus – Stellar
- Cigarettes after sex – Nothing’s Gonna Hurt You Baby
“In a big country dreams stay with you like a lover’s voice fires a mountainside” B.C.
“Up patriots to arms, engagez-vous? La musica contemporanea mi butta giù” F.B.
Nuccio Dimartino
Insegnante di matematica, fisico nucleare antinuclearista, vegetariano, musicomane. Tifoso della squadra dai colori più belli al mondo che combatte contro l’impero del male.