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La “Banana” di Cattelan

La più recente, estrema provocazione di Maurizio Cattelan (1960), il nostro più scapestrato artista italiano contemporaneo, l’unico che possa davvero vantare una fama planetaria, è una vera banana che l’artista ha attaccato al muro dello stand della Galleria Perrotin con del nastro adesivo, nel contesto dell’Art Basel di Miami Beach, una delle fiere di arte contemporanea più importanti del mondo. L’opera, intitolata Comedian, benché ovviamente deperibile è stata valutata 120.000 dollari.

Ai primi di dicembre del 2019, un altro artista, David Datuna, di fronte a una piccola folla incredula e divertita, ha staccato la banana dal muro e l’ha mangiata, presentando la sua iniziativa come una performance artistica intitolata Hungry Artist (Artista Affamato). Cattelan è intervenuto dichiarando che non ne avrebbe esposta una nuova: «Ci sarà sempre qualcuno che tira giù un mio pupazzo, mi ruba un cesso d’oro o si mangia la banana, tutto ciò alla fine aiuta una certa narrativa che ruota attorno al mio lavoro», ha dichiarato l’artista, deciso a non procedere legalmente contro Datuna. «Non m’importa nulla che sia stata mangiata, perché ciò che conta è solo l’idea». D’altro canto, di Comedian esistono altre tre versioni “ufficiali” (più due “prove d’artista”), accompagnate da istruzioni ad uso degli eventuali collezionisti: la banana si può rimpiazzare ogni dieci giorni.

Molto più che un semplice frutto

Quest’opera-provocazione merita alcune brevissime considerazioni. La banana è un frutto decisamente pop, non privo di connotazioni erotiche, già reso celebre da Andy Warhol in una sua famosa copertina per i Velvet Underground.

Il vero cibo presentato come opera d’arte e consumato dal pubblico ha illustri precedenti nelle uova sode di Piero Manzoni e nelle caramelle di Félix González-Torres.

Nell’arte contemporanea ciò che conta è la firma dell’artista: è chiaro che una banana deperibile non è, in sé, un’opera d’arte. Se Comedian è nata come disincantata operazione di marketing artistico, del tutto autoreferenziale, finalizzata a produrre clamore mediatico, ebbene l’operazione ha avuto successo: l’opera ha da subito generato emulazioni, suggerito divertenti meme sui social, ispirato pubblicità commerciali.

Con la sua carica beffarda, Comedian è diventata teatro puro, spettacolo nello spettacolo. Anche questo, in fondo, è “arte contemporanea”. Ma c’è di più: «quella di Cattelan è ancora una volta una riflessione sull’art system, sul principio di autorialità nell’era postmoderna», «sullo strapotere dei mercati nel cuore di un capitalismo spinto, globalizzato, smaterializzato» che davvero paventa un «definitivo crollo delle narrazioni potenti e dei significati profondi» (H.Marsala).

Per approfondimenti visita il sito: artesvelata.it

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