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Papa Francesco e il Presidente Mattarella

In un periodo storico così buio, come quello che stiamo vivendo, connotato da contraddizioni, ingiustizie, tensioni, violenze, sfiducia e diffidenza, appaiono come ancore a cui aggrapparsi alcune figure che riescono con i loro atti e i loro messaggi a ridare fiducia, speranza e sollievo alle nostre menti e ai nostri cuori scoraggiati. Mi riferisco a Papa Francesco e al Presidente Mattarella, che proprio in questi ultimi giorni dell’anno 2019, mi hanno colpito per i loro interventi.

Papa Francesco, al di là di quel che rappresenta per la fede del mondo cattolico, con saggezza e coraggio, non si stanca di lanciare messaggi positivi e densi di significato profondo, richiamandoci sempre alla solidarietà, alla tolleranza, all’attenzione per i poveri e i più deboli, e  ultimamente, in chiaro contrasto con i venti di guerra che tormentano il nostro mondo, a “ non smettere mai di sperare in un mondo di pace”, perché “dobbiamo credere che l’altro ha il nostro stesso bisogno di pace. Non si ottiene la pace se non la si spera”. Siamo tutti fratelli e insieme, credenti e non credenti, possiamo costruire la pace e la giustizia nel mondo.  Ha anche confessato davanti al mondo la propria debolezza, chiedendo scusa “…per aver perso la pazienza”: un esempio che molti uomini politici e potenti dovrebbero seguire.

Anche il Presidente Mattarella con ostinazione ammirabile ci esorta ad aver più fiducia in noi stessi per dar corpo alla speranza di un futuro migliore, a valorizzare le nostre grandi risorse di umanità, di ingegno, di capacità di impresa, a praticare la solidarietà, a favorire la coesione sociale. Ma ciò che mi piace di più è il suo riferimento costante ai giovani, di cui tutti sembrano essersi dimenticati. “Diamo fiducia ai giovani, ai quali viene sovente chiesta responsabilità, ma a cui dobbiamo al contempo affidare responsabilità”…diamo loro occasioni di lavoro correttamente retribuito.” E per arginare l’aggressività, le prepotenze, le meschinità, le lacerazioni delle regole della convivenza ci invita a coltivare “ la virtù” del civismo. Infine mi sembra molto significativo che in ogni occasione il Presidente, tra i pochi oramai, non dimentichi mai di fare riferimento alla cultura, quale grande propulsore di qualità della vita, che rende il tessuto sociale di un Paese più solido.

Che conforto per l’anima e la mente ascoltare questi pensieri e depositarli nel profondo come viatico nella nostra vita quotidiana, fatta di tante banalità e incertezze !!! Lunga vita a Papa Francesco e al Presidente Mattarella!

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