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L’indifferenza nel contesto attuale

Una delle caratteristiche del nostro tempo è l’indifferenza verso ogni situazione, persona, evento, che può essere considerata una forma di difesa verso una moltitudine di informazioni che con veloce frequenza si susseguono, un “girarsi dall’altro lato” per non farsi compromettere e non farsi coinvolgere, un comportamento che impedisce di fare una scelta fra diverse alternative incapaci di produrre cambiamenti: indifferenza verso ogni essere che soffre, verso le catastrofi naturali provocate dall’uomo, verso le conseguenze delle azioni, ma anche mancanza di solidarietà e di empatia.

Liliana Segre, Senatrice della Repubblica, nel suo interessante libro “Il mare nero dell’indifferenza”, affronta questo argomento con parole chiare, forti, indiscutibili. Il libro dovrebbe essere adottato nelle scuole secondarie affinchè gli studenti possano capire, dalla testimonianza diretta della Segre, che la persona deve essere riconosciuta nella sua identità ed è indispensabile “prendere una posizione” per il rispetto dell’altro e dei diritti.

La Segre parla della sua esperienza personale, dove da ragazzina ha vissuto in prima persona il rifiuto da parte dei suoi coetanei e degli adulti in quanto ebrea, è diventata “invisibile”, è stata disconfermata fino a sparire dallo sguardo delle persone.

L’indifferenza provoca solitudine, emarginazione ed è difficile difendersi, è una violenza terribile, che può degenerare in odio e persecuzione.

Il rischio è che anche la democrazia venga vanificata gradualmente nell’indifferenza generale perché fa comodo non schierarsi, non soffermarsi sulle notizie, pensare che tanto ci sarà qualcuno che prenderà decisioni per tutti. Dice la Segre: “L’indifferenza accompagnò in un’opinione pubblica incredula e insieme distratta, l’orrore”.

Se analizziamo il contesto attuale è proprio l’indifferenza il tratto che colpisce di più anche tra i giovani il cui mondo è sempre più digitalizzato e personale, privo di entrate e di uscite rispetto al mondo reale.

Per molti giovani l’indifferenza è diventata una modalità di esistenza difensiva verso un mondo esterno pericoloso e rischioso.

Contro l’indifferenza non sono sufficienti leggi, ma serve l’azione educativa della scuola che deve proporre esempi di pensiero critico, di mondi alternativi, contro schemi prefissati.

La scuola deve porsi come obiettivi la capacità da parte del discente di modificarsi nel tempo e nello spazio, di saper argomentare per difendere la propria opinione in una pluralità di scambi, di non perdere di vista l’esterno, di avere capacità critica come apertura mentale, di confrontarsi con gli altri. Solo consegnando ad ognuno gli strumenti utili per essere un soggetto attivo e competente, l’indifferenza non troverà spazio nello sviluppo individuale.

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