Caro Mister,
nell’estate del 2019 sei venuto ad occupare la scottante, scomodissima e difficile panchina dell’INTERNAZIONALE, dal popolo nerazzurro eventualità temutissima, che un altro gobbo sedesse in panchina, d’altra parte come dargli torto, l’unico gobbo che si fece amare fu Giuàn Trapattoni, altri tempi altro stile, e poi tanti fallimenti, Lippi (quello che se fosse stato il presidente “avrebbe preso a calci in culo i giocatori e licenziato l’allenatore” – FATTO), Tardelli (in panchina nel derby INTER-milan 0-6, 11 maggio 2001), Gasperini (no comment)…
Sei venuto in modalità quantomeno spregiudicata per non dire temeraria, ad affrontare la sfida coi nemici storici, sedendo sulla loro panchina: addirittura due gobbi in casa, Conte (Antonio) e Marotta (Beppe, altro grande profilo e scommessa vinta dalla proprietà): ma che vogliono ‘sti qua? Cavalli di troia, sono venuti per distruggerci dall’interno, ci mandano in serie B.
Perché non è che noi abbiamo dimenticato i tuoi festeggiamenti il 5 maggio 2002, per noi ormai diventato il 5 maggio meno importante (ormai ampiamente surclassato dal 5 maggio anno di grazia 2010!!!).
Sei venuto ed all’inizio tutti ti schernivano, altro gobbo in casa, e te ne dicevamo di tutti i colori, antonioconteeipelidelcazzocomecapelli, parrucchino, conteeilgattopancraziosullatesta, andoniogonde, agghiaggiande, tanto per non farci mancare nulla anche in termini di insulti terroneggianti, proferiti anche da noi, terroni.
Eppure… già dallo scorso anno, in tutto il mondo nerazzurro (in generale) ed all’Interclub “Peppino Prisco” di Ragusa (in particolare) eri cominciato a diventare “Antoniuccio” con l’arrivo dei risultati. Già lo si vedeva dal “trasporto”, dal modo verace e senza fronzoli né finzione nelle esultanze (vedi qui) ai gol della tua creatura appena abbozzata, inducevi già feroce rabbia agonistica. Alla fine due secondi posti, non hai vinto nulla, però sono sempre secondi posti (i primi dei perdenti “cit”). Un altro anno ti era dovuto, senza dubbio. Scommessa rischiosissima, d’altra parte si combatte contro l’impero del male, mica una passeggiata di salute, eh.
Poi, a onor del vero, dalla tua hai una dichiarazione netta, fatta molti anni fa, da allenatore della juve, in cui ti professavi professionista in modo che, se fossi stato allenatore di Milan o Inter ne saresti stato il primo tifoso, come a dire che ti lasci coinvolgere pienamente dal progetto in cui credi. A differenza di altri che “MAI” una tale idea avrebbero solo dichiarato, icone rivoluzionarie contro il palazzo del potere in una piazza che odiava il palazzo, vestito dei panni del subcomandante che guida la rivolta, salvo poi tradire la rivoluzione ed entrare in casa del nemico dichiarato (dichiarando che l’obiettivo era diventare ricco).
E poi quest’anno.
Questo strano anno senza tifosi allo stadio, perché stiamo combattendo una guerra molto più importante della leggerezza del calcio, metafora della vita, e dei suoi commenti da bar da più o meno qualificati commentatori, tantissimi in Italia, dai vari colori e fazioni.
Questo strano anno in cui si ascolta in podcast i rumori del campo, l’incocciare dei pali, le parolacce e le bestemmie dei calciatori, ma soprattutto come tu COMANDI la squadra e DIRIGI l’orchestra, questo strano anno in cui nello stadio deserto tu, al gol risolutivo, salti nel mucchio festante e vi scompari dentro, inghiottito dai tuoi gladiatori.
Questo strano anno cominciato non male, ma neanche benissimo, certo, tenendoci in campionato a più o meno stretto contatto con la testa della classifica, occupata diciamo meritatamente dai cugini (io non ho cugini!!!) rossoneri che hanno profuso e consumato tutto ciò che avevano a disposizione nel girone di andata, proseguito con le dolorose eliminazioni nelle due coppe, sicuramente non meritate fino in fondo, in cui sfortuna, indecisione ed inesperienza hanno giocato un ruolo fondamentale (così come in fondo lo scorso anno, più che in campionato, nella finale di EL).
Questo strano anno, con un girone di ritorno micidiale per gli avversari, in cui hai fatto dietro il vuoto pneumatico, quasi tutte vittorie di misura ma senza fortuna o soliti “aiutini” tanto familiari a quelli là, direi snervante e demoralizzante per gli avversari sopracitati, che alla fine hanno mollato, (snervante anche per il tifosotto medio come me, quello che non morirà mai per problemi di cuore dato che esso, il cuore, è ben allenato da ansia tachicardica durante ogni partita nell’attesa del fischio finale allo striminzito vantaggio), iniziato con la vittoria alla penultima del girone d’andata contro i nemici storici, tutte cose che fanno bene alla salute, oltre che acquisire consapevolezza dei propri mezzi e della propria forza.
La creatura è bella e compiuta. Squadra forte, compatta, collegata, unita, “si attacca e si difende insieme”.
Si, Lukaku esempio di ragazzone per bene che lavora per la squadra e segna gol bellissimi; Lautaro campione d’estro che con Bolingoli forma una delle migliori coppie d’attacco in Europa; la difesa a tre impenetrabile con uno Skriniar resuscitato che di sbagliato ha solo il nome; la grande scommessa capolavoro vinta con il genio Eriksen ricondotto alla ragione; il marocchino fuoriclasse; e dall’altra parte la scoperta Darmian; il miglior centrocampo e il miglior centrocampista italiano Barella che a 22 anni ha già tre figlie; lo stesso capitano che spesso ci ha salvato il culo, nonostante qualche topica di troppo; finanche Vidal, non foss’altro che per il gol dell’ex; tutta la panchina, e non si finirebbe certo qua.
Ma tutto questo, coronato con la vittoria del titolo, porta un nome al di sopra di tutti gli altri. Ed è quello del nuovo condottiero dell’Internazionale, è il tuo, Mister.
Certi comportamenti, dapprima osservati con incredulità e scetticismo ma a poco a poco metabolizzati con grande gratificante curiosità, vedi ad esempio il difendere la squadra accentrando su di sé l’attenzione mediatica (mi ricorda qualcosa ma non so cosa…) oppure il gesto (che segna senza dubbio l’aver oltrepassato definitivamente il confine) dell’aver esibito, ovviamente dopo esser stato provocato ed insultato a lungo durante la gara (ritorno semifinale coppa Italia) il dito medio ai vecchi amici ora NEMICI, per me e per la stragrande maggioranza degli appassionati di questi colori hanno costituito fatti importanti.
Ora non ritengo che tu ti sia foderato il cuore di nerazzurro, Mister, d’altra parte ognuno ha la sua storia, e tu, da professionista, un domani tiferai per la nuova squadra che allenerai. Però, oltre ad aver profuso tutto te stesso e la tua professionalità all’Inter, hai fatto anche cose al di fuori del copione, cose da Inter, e sicuramente hai già lasciato il segno nella storia di questi gloriosi colori. Quindi forse un poco di nerazzurro è entrato nel tuo animo.
Certo, poteva andare in modo diverso, e saresti stata l’ennesima scommessa perduta, l’ennesimo fallimento juventino in casa Internazionale Milano F.C. 1908; fortunatamente, o per destino, non è andata così.
Ed hai cominciato ad accorgerti che non è per nulla semplice stare da questa parte, Mister. Hai ascoltato il “rumore dei nemici”, lo hai conosciuto e cominciato a contrastare e combattere.
E di questa tua ostinazione, tenacia e pervicacia nel tuo lavoro noi tutti ti siamo grati; sei entrato nei nostri cuori, con il tuo italiano non scevro da inflessione meridionale.
E’ appena il caso di osservare che la grandezza dell’impresa si misura nell’aver vinto all’Inter, mai vista con occhio di riguardo da palazzo ed arbitri, un titolo che vale molto di più di quello che rappresenta. Facile vincere alla juve, lo hai fatto all’Inter.
Penso che il terzo anno alla guida dell’Inter te lo sia ampiamente meritato, e spero, anche se temo di no, ne faccia diversi altri.
“C’è poco da parlare, stiamo godendo” tanto per citarti, quando eri dall’altra parte.
Lo aspettavamo, il titolo, il 19-esimo, da tanto, troppo tempo. E, ai sessanta ampiamente compiuti, mi hai fatto emozionare e venire i lucciconi. Grazie di cuore, Antonio: hai fatto rivincere l’Inter, VIVA l’Inter.
Nuccio Dimartino
Insegnante di matematica, fisico nucleare antinuclearista, vegetariano, musicomane. Antifascista. Soprattutto incensurato. Interista. Cioè tifoso della squadra dai colori più belli al mondo che combatte contro l’impero del male.