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Giù la maschera!

Già prima del COVID, nel 2019, il 20% degli Italiani più ricchi deteneva quasi il 70% della ricchezza nazionale, ma anche all’interno di questa classe di ricchi, la metà più ricca, quindi il 10% dei nostri connazionali possedevano secondo Credit Suisse il 53,6% della ricchezza nazionale.

La pandemia ovviamente ha ampliato ancora di più questa disuguaglianza, osserviamo tutti i giorni la fatica di tirare avanti di un numero sempre crescente di persone.

Ma la disuguaglianza cresce anche in termini generazionali, assistiamo oramai da anni a normative (vedi quota 100) che continuano a indebitare la collettività per beneficiarne solo una piccola parte e guardacaso sempre la meno giovane. Tutti i provvedimenti di ristoro dal COVID, a parte la piccola quota da ripartire in Europa va a gravare sul debito che lasciamo alle giovani generazioni (oramai enorme!) per ristorare persone di mezza età …

Non parliamo poi della disuguaglianza territoriale con la distanza tra le zone ricchi del Paese e quelle povere che cresce oramai a ritmi sostenuti …

Si badi bene che le disuguaglianze non sono SOLO un problema etico, ma come oramai tutti gli economisti condividono, costituiscono un grave problema di ordine economico costituendo un freno allo sviluppo.

A fronte di queste oramai intollerabili disuguaglianze che a causa della pandemia continuano a crescere Letta ha lanciato una proposta specifica e mirata relativa all’imposta di successione o donazione, la tassazione e uguale quindi per semplificare parliamo solo della successione: in atto per patrimoni fino a 1 milione di euro da genitori a figli non si paga imposta di successione, da 1 milione in su, sempre da genitori a figli si paga il 4% di imposta; la proposta prevede di mantenere la situazione attuale per patrimoni fino a 5 milioni di euro, per importi superiori aumentarla fino al 20%. Ma la proposta non finisce qui, perché essendo una “tassa di scopo” con i proventi si costituirebbe una dote di 10.000 euro per il 50% dei diciottenni da utilizzare o per gli studi o per l’acquisto di casa, o per intraprendere un’attività; la metà dei giovani che ne beneficerebbe verrebbe individuata tramite l’ISEE familiare, quindi con esclusione delle fasce più abbienti.

In questo modo si avrebbe da una parte una redistribuzione in favore dei ceti meno ricchi, una norma finalmente specifica per i giovani a parziale ristoro dei debiti che la mia generazione gli sta lasciando sul groppone, come per il reddito di cittadinanza il collegamento all’ISEE favorirebbe sicuramente il meridione con un pur blando riequilibrio territoriale e soprattutto, è una norma non finanziata “a debito”.

I nostri concittadini devono finalmente capire che la generosità con cui certe forze politiche rivendicano aiuti generosi “a debito” costituiscono una condanna ai lavori forzati per i nostri giovani per pagare debiti fatti dai genitori.
Avete capito bene! E’ come se le vostre famiglie in eredita vi lasciassero dei beni, ma un volume di debiti molto maggiore, con l’aggravante che mentre nel diritto privato si può rinunciare all’eredità, i nostri giovani non possono rinunciare al debito pubblico che gli stiamo lasciando!

Ovviamente alcuni partiti politici che poi a parole dicono di rappresentare le istanze del ceto medio si sono opposti duramente alla proposta e sfido io a indicare chi nel “ceto medio” fruisce di eredità superiore ai 5 milioni di euro (per i patrimoni inferiori infatti non cambierebbe nulla!) e quanti invece di essi beneficerebbero di un serio ristoro per almeno i primi anni di università dei figli!
Ma anche il confronto con altri Paesi europei dice quanto l’Italia sia il “bengodi” dei milionari; in Francia l’imposta di successione arriva progressivamente fino al 45%, in Gran Bretagna fino al 40% in Spagna fino al 34% ed infatti l’Italia (che per giunta ha un debito pubblico ben più elevato) incassa ogni anno dall’imposta di successione 800 milioni contro i 6 miliardi della Gran Bretagna, i 7 miliardi della Germania, i 14 miliardi della Francia …

E’ il momento di tirare giù la maschera e dire con chiarezza da che parte si sta, se dei giovani e delle fasce deboli o dei patrimoni plurimilionari!

Vito Piruzza

Bancario, Giornalista Pubblicista.

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