Close

L’Europa, il sovranismo il futuro

Stockshots of the European Parliament - Flags in front of EP building in Strasbourg

Alla fine l’inevitabile è accaduto! Il Parlamento Europeo ha posto il vincolo del rispetto dei principi dello Stato di Diritto per fruire dei fondi di Next Generation e due paesi a guida “sovranista” hanno posto il veto all’approvazione del Bilancio Comunitario così di fatto bloccando il Recovery Plan di vitale importanza in questo momento per tutti i Paesi dell’Europa, ma in particolar modo per coloro che soffrono di più economicamente tra cui l’Italia, ma anche i loro stessi Paesi che di certo floridi non sono.

L’Ungheria e la Polonia, due nazioni che attingono a piene mani dai fondi europei (la Polonia ha ricevuto nel 2018 il quadruplo del proprio contributo al bilancio europeo e l’Ungheria il sestuplo del proprio contributo), che hanno rimesso in piedi le loro economie grazie alle delocalizzazioni a spese degli altri lavoratori europei, che ogni volta hanno negato il loro contributo di solidarietà nell’accogliere i migranti, adesso pretendono di sottrarsi anche al principio sacrosanto dell’Europa che richiede che nella propria Unione vengano rispettati i principi delle democrazie liberali!

La verità è che il “sovranismo” come concezione è sostanzialmente incompatibile con l’appartenenza all’Europa che è originata da principi di mutualità e solidarietà.

Quale prospettiva?

Adesso, essendo altamente improbabile un loro passo indietro quale scenario si apre?

Una estenuante trattativa che rinvii sine die il Recovery Plan come strumento di ricatto per piegare l’Europa?

L’Europa dopo avere tollerato tutte le anomalie di questi governi, può abdicare ai suoi principi fondanti continuando a chiudere tutti e due gli occhi e accettando al proprio interno realtà che non rispettano i minimi standard di democrazia?

Ma soprattutto il vero problema è un altro: quando sorse l’Europa, un manipolo di 6 Paesi e soprattutto in assenza un’assemblea elettiva, forse aveva un senso un ordinamento in cui un singolo governo poteva imporre il veto; adesso in una realtà di 27 Paesi con un Parlamento eletto a suffragio universale questa norma appare semplicemente fuori da ogni logica; e se è vero che dai frutti si valuta l’albero, questa organizzazione sta dando un frutto malato.

E’ dunque urgente riprendere SUBITO la Conferenza su Futuro dell’Europa e da essa far emergere un nuovo assetto istituzionale che ponga al centro l’organo assembleare, il Parlamento Europeo, ridimensionando il potere dei Consiglio dell’UE (l’organismo dei capi di governo) in favore del Parlamento e soprattutto eliminando le residue materie in cui può essere esercitato il diritto di veto.

Bancario, Giornalista Pubblicista.

scroll to top