LETTERA APERTA
Ai dirigenti Istituti Istruzione Secondaria Superiore
e.p.c ai presidenti consigli di Isituto
e.p.c. ai docenti e ai docenti di educazione civica
e.p.c AGLI STUDENTI
Cari presidi (lo preferisco a dirigenti),
mi è stato riferito, da fonti da me verificate, che diversi di voi avete fatto esplicita raccomandazione di non invitare a scuola persone impegnate politicamente.
La raccomandazione non riguarda solo l’eventualità di dibattere temi politici, ma, in alcuni casi(pochi per fortuna) arriva ad escludere la possibilità che professionisti, politicamente impegnati, possano parlare di temi strettamente correlati alla loro specifica competenza.
Sorvolo su questo ultimo punto perché con raccomandazioni di questo tipo si calpestano elementari diritti costituzionali.
La cosa che qui mi preme sottolineare maggiormente è che non ci può essere educazione civica senza politica. Oggi più che mai, in un contesto di appiattimento e degrado, va ricercato e promosso il confronto tra storie diverse, tra idee diverse, tra i diversi operatori e testimoni della vita politica e culturale. Che cosa è educazione civica se non crescere nella sensibilità verso la civitas favorendo il protagonismo dei giovani? Come i giovani possono essere aiutati a maturare capacità critica, cura della polis e del bene comune se passano messaggi di censura?
Capisco che la democrazia non goda di buona salute e che i partiti non si facciano amare. Ma proprio per questo, e considerando che i giovani sempre più rinunciano al diritto-dovere di votare, è importante creare occasioni di dibattito.
Cari presidi, so che fate del vostro meglio, ma vi prego di non farvi inconsapevoli promotori di raccomandazioni bislacche. Non abbiate bisogno/paura di controllare o peggio ancora di essere controllati e non lasciatevi ammorbare dal politicamente corretto per cui a scuola si può offrire ospitalità a eventi di ogni tipo, ma non a quelli che, nel bene o nel male, incidono profondamente sulla carne e sull’esistenza di ognuno di noi. Ha ragione il poeta quando scrive che solo lo sciocco si vanta di non avere interesse per la politica perché da essa dipende la sorte della vedova, dell’orfano, del malato, dell’istruzione…
La scuola non può rischiare di contribuire ad aumentare il numero degli sciocchi.
Scrive Giorgio La Pira, sindaco in odore di santità, nato nella nostra Pozzallo che “la politica è l’attività umana più alta.” Tre Papi hanno proclamato che “è amore in grande.”
Nell’epoca delle passioni tristi, vi prego, preservate la scuola dal rischio di spegnere sul nascere ogni passione. Sono le dittature che privilegiano il torpore e che non amano il confronto e la diversità. La scuola è in ogni tempo e in ogni luogo il vero antidoto alle derive autoritarie. E oggi, più che mai, è il luogo dove imparare a costruire comunità plurali, inclusive, democratiche. La scuola tradisce il suo compito se raccomanda il silenzio, le esclusioni, il pregiudizio o pratica irragionevoli chiusure per timori e “quieto vivere” anziché proporre occasioni di pedagogia politica. Senza una sana pedagogia politica c’è pensiero fragile o pensiero unico. Auguriamoci tanta buona e alta politica!
Tonino Solarino, coordinatore Demos Sicilia.