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La Scuola dei Beni Comuni riflette sull’Uguaglianza

La Scuola dei Beni Comuni di Ragusa Ibla nel suo quinto incontro affronta il tema dell’uguaglianza e delle disuguaglianze. Come di consueto, nella sala Falcone e Borsellino di Ragusa Ibla davanti agli iscritti alla scuola e alle due classi del Liceo Scientifico Enrico Fermi di Ragusa il presidente onorario della Scuola Bruno Giordano, magistrato presso la Corte di Cassazione, ha introdotto il tema ponendo vari interrogativi su come viene affrontato il problema dell’uguaglianza nella nostra società nei vari ambiti, sociale, civile, lavorativo e aprendo così la strada ai relatori Bernardo Giorgio Mattarella, professore all’Università Luiss Guido Carli, Ernesto Maria Ruffini, Direttore generale dell’ Agenzia delle Entrate, Francesco Raniolo, professore all’Università della Calabria.
Il prof. Mattarella ha fatto una disamina del concetto di uguaglianza dei cittadini come si è storicamente affermato come strumento di limitazione del potere dello Stato; ha affrontato quindi il principio di uguaglianza nella Costituzione distinguendo tra i concetti di uguaglianza “davanti alla legge” e “pari dignità sociale” previsti nell’art. 3 della nostra Costituzione, indicando anche le varie eccezioni che all’uguaglianza di trattamento la stessa Costituzione pone, sempre in nome dei valori che si propone di tutelare.
L’avvocato Ruffini mettendo in relazione il principio previsto dall’art. 3 della Costituzione con il dovere previsto per tutti i cittadini dall’art. 4 di concorrere “al progresso materiale o spirituale della società” ha affermato che la Costituzione nell’affrontare il tema dell’uguaglianza davanti alla legge, in realtà riconosce l’unicità di ciascuna persona e il diritto di essere diversi uni dagli altri nella propria identità. Il concetto di “persona umana” richiamato nell’art. 3 è assolutamente originale nel quadro delle costituzioni moderne e qualifica la nostra Costituzione introducendo un elemento rispetto a quello di “individuo”, normalmente usato, che aggiunge una componente di relazionalità, un vincolo di socialità; i Padri Costituenti hanno disegnato la nostra società come frutto dell’impegno corale di tutti nella consapevolezza che la diversità è una ricchezza, come anche essi hanno sperimentato nella redazione della legge fondamentale della Repubblica partendo dalla diversità delle loro culture.
Il dovere di concorrere al progresso della società ha dato l’aggancio al prof. Raniolo per parlare della connessione tra il diritto all’uguaglianza dei cittadini nel concorrere alla vita politica e la partecipazione effettiva; la democrazia presuppone la partecipazione che altro non è che l’esercizio del diritto di cittadinanza, partecipazione che nel corso degli anni abbiamo visto mutare sia nelle modalità che nelle forme, ma purtroppo anche nella quantità e di cui in modo puntuale il prof. Raniolo ha operato una disamina indicandone anche le varie motivazioni e concause.
Come sempre è seguito un vivace dibattito stimolato dalle tante domande dei partecipanti cui i relatori hanno dato le loro risposte.

Bancario, Giornalista Pubblicista.

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